Il tessuto

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L’industria tessile è un’attività manifatturiera che produce e lavora le fibre tessili, naturali o chimiche che siano, ed ha origini antichissime. L’arte di costruire un tessuto, chiamata tessitura, si opera intrecciando i fili di ordito con quelli di trama (in una tela sono, rispettivamente, i fili verticali e quelli orizzontali), perpendicolari tra loro risale al periodo neolitico, con telai molto semplici e rudimentali, utilizzando fibre di lino e qualche altra fibra vegetale, poi si aggiunse la filatura e tessitura della lana.

Nella storia i tessuti segnarono, nei materiali usati, negli intrecci, nei colori e nelle attrezzature utilizzate per costruirli, l’evoluzione culturale e tecnica della civiltà umana.

I tessuti sono a superficie piana, sottili e flessibili, realizzati con intrecci di fili, denominati armatura. Gli intrecci semplici, nel caso della tela, o complessi, nel caso dello jacquard, sono ottenuti da due elementi denominati Trama e Ordito (o catena), dove il primo è l’insieme di fili verticali tesi sul telaio e l’altro è un’unico filo che corre da una parte all’altra, nel passo, per mezzo della navetta.

Gli intrecci o armature fondamentali sono tre:

– TELA: è un intreccio semplice che si presenta identico su entrambe le facce.
– SAIA (diagonale o spina): intreccio con nervature oblique.
– RASO (o satin): presenta un aspetto uniforme, lucido sulla faccia ordito e opaco sulla faccia trama.

Ve ne sono molte altre più complesse che producono come risultato: garze, tessuti operati, tessuti doppi, a nido d’ape… ecc.

La scrittura di un’armatura si chiama messa in carta, che rappresenta graficamente, mediante un disegno su carta quadrettata, l’armatura (intreccio di fili) di un tessuto. Ogni casella nera corrisponde al passaggio di un filo di ordito sopra a quello di trama.

A seconda dell’intreccio operato e del tipo di filato utilizzato si ottengono numerosi tipi di tessuto.

Ecco, in breve, i differenti tipi di tessuto che è possibile ottenere:

Tesuto semplice
– tela: il modo più semplice per incrociare trama ed ordito.
– taffetà: tela di seta, sottile, lucida e frusciante.
– orbace: panno follato tipico sardo.
– panno casentino: panno ratinato toscano.
– panno grosso bergamasco: panno tradizionale bergamasco.
– mussola; leggera, morbida e trasparente.
– georgette: in seta, per alta sartoria.
– chiffon: velo in seta, leggerissimo e trasparente.
– organza: in seta, prodotta con il filato omonimo.
– cretonne: bianco o stampato, di cotone pesante e resistente.
– batista; leggera tela in lino o cotone.
– seersucker; in cotone con arricciatura nell’ordito, adatto a climi caldi.
– calicot

Piccolo operato:
le decorazioni sono ottenute da slegature di trama consecutive.
– saia: 2° armatura base che produce una diagonale o la lisca di pesce.
– raso: 3° armatura base, produce tessuti lucidi e morbidi per slegature di trama.
– garze: traforate con diversi disegni.
– fustagno: robusto e vellutato, per abbigliamento da lavoro e da caccia.
– denim: tessuto dei blue-jeans.
– tartan: disegno dei clan scozzesi.
– tweed: tessuto inglese a saia.
– tela Bandera: per il ricamo Bandera.
– gabardina: il tessuto dell’impermeabile trench.
– tela Aida: per il ricamo a fili contati.
– emiane: tessuto per il ricamo.

Tessuto Composto o Operato
Tessuto dove i disegni non sono stampati ma ottenuti con l’intreccio dei fili (armatura) e gli effetti di colore. È composto da più orditi e trame, che lavorano insieme.
– lampasso: antico tessuto antenato del broccato.
– broccatello: tessuto con complessi disegni che si staccano dal fondo.
– velluto: coperto da una fitta peluria tagliata o fatta da anellini di filo.
– spugna: con anelli di filo in superficie ha grande assorbenza.
– piqué
– velcro: è composto di due tessuti diversi, uno tipo velluto l’altro fornito di uncini
– damasco: fa parte dei tessuti operati, anche se è costituito da una trama e un ordito. È costituito da un’armatura a raso: il fondo sarà lucido, mentre le decorazioni sono ottenute con slegature di trama che danno un effetto opaco.
– broccato: non è una tipologia di tessuto, ma una lavorazione aggiuntiva che si ottiene con trame supplementari che intervengono solo nelle zone da decorare.

Garza Iglese
Sono degli intrecci regolari di filo che realizzano uno spazio vuoto esagonale, molto trasparenti e leggeri, ma stabili.
– tulle

Alcuni tessuti assumono nomi particolari, come i pizzi, che sono dei tessuti con particolare intreccio, che disegnano sul prodotto figure e geometrie con varie fantasie. Possono essere in diverse altezze, sia a bordura che in allover.

Il bordo dei tessuti (ovvero il margine destro e quello sinistro dell’ordito) si chiama cimossa (cimosa) o vivagno. Viene irrobustito raddoppiando i fili. Se porta parole o scritte (produttore, marchio…) tessute o stampate si chiama cimosa parlante.

Durante il processo di tessitura, mano mano che il tessuto viene creato, lo si arrotola su di un tubo, per poterlo conservare, lavorare e trasportare agevolmente.

Una volta ottenuto il nostro tessuto, vi sono numerose lavorazioni supplementari di rifinitura, chiamate Finissaggio, che si possono effettuare prima che sia venduto e vanno: dalla stiratura detta calandratura, alla smerigliatura, alla follatura e garzatura, al lavaggio o colorazione, alla stampa, ai vari trattamenti come l’antimacchia, l’impermeabilizzazione, l’anti-gualcitura, l’effetto vintage oppure lo stropicciato, ecc… per soddisfare esigenze di lavorazione, praticità e moda.